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I migliori atleti della Serie A 2024/25: cosa dicono i Physical Data di Hudl

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In questo articolo, L’Ultimo Uomo utilizza i Physical Data di Hudl per analizzare i migliori atleti della Serie A quest’anno.

E così, con un’ultima giornata in cui era ancora tutto in bilico, si è conclusa un’altra stagione di Serie A. È stato un campionato difficile da decifrare, con quote basse sia nella lotta scudetto che in quella per la salvezza. Da un punto di vista tattico, invece, se ogni squadra naturalmente presenta peculiarità diverse, in Italia quest’anno più che mai sembra esserci stato un grande filo conduttore: l’importanza dei duelli e dell’impatto fisico. La Serie A è un campionato che ama mantenere i ritmi sotto controllo e per farlo si avvale di giocatori capaci di coprire bene il campo, rendere scomoda la partita agli avversari. Allo stesso tempo, il fatto che il campo sia disseminato di duelli, fa si che a volte possa bastare poco, anche una seconda palla o un contrasto vinto, per trovare spazi in cui strappare e magari sorprendere gli avversari.

Da questo punto di vista, allora, alcuni parametri fisici possono essere interessanti per valutare non solo le caratteristiche dei giocatori, ma anche le tendenze di alcune squadre. In particolare, questo articolo prende in considerazione i dati relativi alla corsa: da quelli più generali, quantitativi, a quelli più specifici (intensità della corsa), fino ad arrivare alle variazioni di velocità (accelerazioni e decelerazioni). Cominciamo!

Quali sono i giocatori che corrono di più?

L’espressione con cui in Italia si era soliti etichettare i calciatori dotati di grandi doti aerobiche, sempre disposti a percorrere in lungo e in largo il campo, era giocatori “di quantità”: è una dicitura legata ad un’epoca ormai passata del calcio, in cui vi era netta distinzione tra i campioni incaricati di fare la differenza con la palla e i gregari, chiamati a faticare anche per i compagni più talentuosi. Sappiamo quanto nel calcio di oggi questa dicotomia sia più sfumata che mai, e infatti gli allenatori della Serie A preferiscono altre espressioni come “giocatore di gamba” per indicare quelli dotati di particolare atletismo. Quando si analizza un aspetto come la corsa, però, come prima mossa è sempre facile rifarsi alla quantità, appunto, e quindi dare un’occhiata alla distanza percorsa ogni 90’ (o in alternativa i metri al minuto).

A dominare la top 10 vi è un’ala/trequartista come Tchaouna, mentre risalta la presenza di Tommaso Baldanzi, seppur al nono posto. In una sequela di nomi dotati di grande atletismo, il romanista è una mosca bianca, un trequartista/seconda punta che a malapena raggiunge il metro e settanta: Baldanzi è un giocatore che, a dispetto del fisico, non rinuncia mai a sacrificarsi; in più, è entrato 26 volte dalla panchina, quando magari la Roma ritrovava a difendere bassa e ad attaccare in transizione, e così si spiegano i più di 11 km ogni 90’.

Per il resto, la graduatoria è cannibalizzata da centrocampisti: il fatto che la Serie A presti così tanta attenzione ai duelli e al dinamismo necessario per superare le marcature a uomo che adottano quasi tutti, ha fatto si che negli ultimi anni si siano imposti soprattutto centrocampisti dinamici e di grande passo. Da qui il la presenza di elementi tutti riconducibili alle categorie di incursori o centrocampisti “di gamba”, tra cui l’MVP del campionato Scott McTominay. Da sottolineare la presenza di ben tre centrocampisti del Genoa, squadra caratterizzata da grande intensità in fase difensiva come abbiamo scritto qualche settimana fa, tutti incaricati non solo di mantenersi aggressivi senza palla ma anche di accompagnare gli attacchi: Masini, Thorsby e Miretti.

Chi corre più veloce?

Più qualitativo rispetto alle semplici distanze è il dato sull’intensità a cui si corre, che inizia già a raccontarci qualcosa in più dei singoli e, man mano che cresce la velocità inizia a presentare nomi sempre più variegati per ruoli e caratteristiche.

Se si prendono in considerazione le distanze coperte correndo tra i 15 e i 20 km/h (sempre parametrate sui 90’), abbiamo ancora il dominio dei centrocampisti.

Se già alziamo la soglia a 20 km/h, però, si aprono altre prospettive e i centrocampisti quasi spariscono (rimangono giusto Gineitis, costante di queste liste, e Busio).

Così si arriva alla graduatoria delle distanze percorse in sprint (più di 25 km/h), il regno dei giocatori di fascia. Tra i primi dieci, infatti, troviamo solo terzini (Alex Valle, Nuno Tavares, Gallo), esterni a tutta fascia (Bellanova, Pedersen, Jimenez, Tchatchoua) e ali (Pierotti, Fadera, Neres). È normale che sia così, visto che le alte velocità sono un prerequisito per giocare sulla fascia, a qualsiasi altezza del campo: c’è chi sprigiona quella potenza palla al piede, e chi invece per attaccare la profondità.

La presenza di Alex Valle e Fadera (così come quella di Caqueret se, invece della distanza, valutiamo le volte in cui un giocatore ha corso a più di 20 km/h ogni 90’), ci invita poi a fare delle considerazioni sul Como: è vero che Fábregas riserva grande attenzione al palleggio, ma si tratta anche di una squadra con buone doti fisiche, che una volta che col possesso si crea degli spazi sa come attaccarli.

Lo dimostra anche l’ottavo posto di Cutrone tra i giocatori che effettuano più accelerazioni ad alta velocità (più di 3 m/s²).

E chi accelera di più?

In questa speciale graduatoria, dominata anch’essa da Tchaouna, compaiono non solo Cutrone e i soliti Alex Valle e Fadera del Como, ma anche tutta una serie di giocatori impiegati come riserve. Dal loro ingresso a partita in corso magari si pretendono più accelerazioni volte a sfruttare la stanchezza degli avversari o eventuali spazi in campo aperto. Sintomatico di tutto ciò il secondo posto di David Neres.

Il brasiliano è stato spesso il supersub del Napoli. La rosa degli azzurri era particolarmente corta e Neres a volte era l’unico capace di garantire un cambio di passo, anche perché era il solo dribblatore rimasto dopo la cessione di Kvara. Il dato sulle accelerazioni, insomma, riflette quanto sia stato prezioso nella rosa del Napoli, nonostante gli infortuni gli abbiano impedito di giocare con regolarità.

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