Utilizzando i dati Hudl Statsbomb, analizziamo l’impatto del giovane trequartista argentino in questo inizio di stagione.
È impossibile non farsi rubare l’occhio da Nico Paz, dal modo in cui la qualità dei suoi piedi si abbina in maniera così unica al suo metro e ottantasei d’altezza: un connubio davvero insolito per un trequartista, sostenuto da una coordinazione, da un controllo del corpo, davvero da grande giocatore.
Nico Paz, però, non è solo la dimensione estetica del suo calcio. Se lo si può considerare stabilmente uno dei migliori giocatori del campionato, infatti, è per il modo in cui riesce a trascinare il Como.
L’inizio di campionato dei lariani non è stato del tutto in discesa. Dopo l’affermazione alla prima giornata contro la Lazio, infatti, nelle successive cinque giornate è arrivata solo un’altra vittoria, quella in casa della Fiorentina ottenuta con un gol al 90’ di Addai. Per il resto, i lariani hanno raccolto una sconfitta contro il Bologna – che sulla carta dovrebbe essere una squadra di pari rango – un paio di pareggi inattesi contro Genoa e Cremonese e un 1-1 tutto sommato positivo nella difficile trasferta in casa contro l’Atalanta.
E Nico Paz, in tutto ciò, come ha iniziato la sua stagione? Piuttosto bene si direbbe, indipendentemente dal fatto che ci si sarebbero aspettate un paio di vittorie in più per la squadra di Fábregas. Se l’anno scorso, infatti, i gol in totale erano stati 6, accompagnati da 9 assist, quest’anno le reti segnate sono già 3
I gol sono arrivati da 0,98 xG, una differenza abbastanza netta che è probabile che si normalizzi col trascorrere delle giornate. A giustificare la discrasia tra gol attesi e gol effettivamente segnati, comunque, c’è soprattutto la sua qualità tecnica: la splendida punizione contro la Lazio e il missile dai 25 metri contro il Genoa, dove si è coordinato dopo una piroetta, sono gol che probabilmente può segnare solo lui in Serie A.
Resta comunque il fatto che le reti siano arrivate come premio ad un periodo in cui l’argentino prova a segnare con insistenza e continuità: è terzo, infatti, in tutto il campionato per totale di tiri tentati (20) alle spalle solo di Kean (21) e Gift Orban (22).
I gol e sono di certo la parte più importante del gioco. Nico Paz, però, è il faro della sua squadra in tutte le fasi del gioco. In questo senso, nonostante abbia solo vent’anni, l’ex Real Madrid è già un giocatore universale, che per certi versi ricalca l’ideale argentino del numero 10, dell’enganche: non un trequartista moderno che si limita a fare la differenza negli ultimi trenta metri, ma un calciatore abituato ad intervenire a qualsiasi altezza del campo e decidere in che direzione andrà lo sviluppo della manovra. Lo dimostra la sua stessa heatmap.
Le posizioni di partenza – i pallini bianchi – sono quelle di ala destra, trequartista centrale e punta, ma l’influenza è ben più vasta. Si vede infatti che sul lato destro del campo gli piace intervenire anche in zone arretrate, dove la pressione si fa meno forte e dove magari gli viene più facile posizionarsi fronte alla porta e decidere cosa fare. Nico Paz è mancino, perciò arretrare sul centro destra, a piede invertito, una volta girato gli permette di vedere tutto il campo e di aprirsi a qualsiasi tipo di soluzione.
Il fatto di preferire la prospettiva a piede invertito, comunque, non significa che non possa spostarsi sul lato naturale, il sinistro. Lo fa soprattutto quando l’azione del Como si è già spostata sulla trequarti, e magari avvicinandosi alla zona palla, con la sua qualità, può sbloccare situazioni nello stretto.
A riprova di quanto sia vasta la sua influenza sul gioco e sui compagni, tra i giocatori offensivi della Serie A (attaccanti, attaccanti esterni, centrocampisti offensivi) che hanno disputato più di 90’ in queste prime 6 giornate Nico Paz è secondo per passaggi ricevuti: 32,54 ogni 90’. Meglio di lui solo Dybala, un altro accentratore che però ha iniziato dal 1’ solo una volta e quando è entrato lo ha fatto in spezzoni di partita dove era chiamato a calamitare più palloni possibile.
Non è per nulla scontato, vista la posizione di partenza, riuscire a intervenire con profitto in zone e situazioni così diverse. Nico Paz può farlo perché la sua tecnica è straordinaria in qualsiasi condizione. Per i compagni dare la palla a lui è sempre la soluzione migliore, non c’è possesso che non sappia conservare con i suoi dribbling o con le sue finte di corpo, che certe volte gli permettono di creare separazione dall’avversario anche senza toccare la palla.
Quando poi c’è da liberarsene, anche in quel caso è un giocatore superiore.
Fronte alla porta ha la visione per accelerare il gioco: sempre tra i giocatori offensivi della Serie A, è quinto per passaggi progressivi (6,03 ogni 90’), mentre tra tutti i giocatori è sesto per filtranti totali (8; tutti quelli che lo precedono, Mandragora, Modric, Barella, Serdar e Bastoni, sono giocatori che partono nominalmente da zone più arretrate delle sue e che quindi avrebbero più campo per vedere il filtrante). Se poi si avvicina alla zona calda, non fatica a innescare i suoi compagni, visto che al momento è sesto, tra i giocatori offensivi, per passaggi che hanno portato a un tiro ogni 90’ (2,54) e solo Modric (4) ha fatto più passaggi smarcanti in totale di lui (3).
Quest’anno il Como è chiamato al salto di qualità, visto il netto miglioramento della rosa. Per quanto Fábregas sia un allenatore tra i più interessanti del campionato e per quanto il resto dei compagni abbia ottime qualità, però, ancora una volta molto dipenderà dall’ispirazione di Nico Paz.
Se riuscirà a ridurre la regressione verso la media delle sue cifre realizzative, continuando a tirare con questo volume, e se continuerà a mantenere cifre simili in termini di gestione del gioco e rifinitura, potrà dare tante soddisfazioni al suo pubblico. Senza dimenticare che, fino ad ora, non ha potuto contare su Assane Diao, che sembrava il partner perfetto per esaltarne le caratteristiche: a differenza di Morata e Douvikas, infatti, Diao è una punta di un altro livello nell’attacco alla profondità, non solo per dettare i filtranti ma anche per creare spazio sulla trequarti. E poi il senegalese sembra avere una qualità del tutto differenza anche in fase di finalizzazione: da 2,58 xA (primo in tutto il campionato) per Nico Paz sono arrivati solo 2 assist. Tutto lascia immaginare che, con più precisione da parte dei compagni, il suo gioco potrebbe essere molto più fruttifero.
È ancora presto per dare dei giudizi, ma la stagione di Nico Paz è senza dubbio uno dei grandi temi di questa annata di calcio europeo.
